Drew McDowall (SCT)
14/10/2024
A Thread, Silvered and Trembling
ph. LENA SHKODA
Compositore e musicista scozzese residente a New York. Negli anni ’80 è membro degli Psychic TV (poi Throbbing Gristle) e successivamente dei Coil, contribuendo ad alcuni dei loro lavori più importanti. Oltre al suo percorso di solista, vanta collaborazioni con Kali Malone, Caterina Barbieri, Robert Aki Aubrey Lowe, Hiro Kone, Varg, Puce Mary, Shapednoise e Rabit. Nel 1978 con Rose McDowall forma il trio art-punk Poems. Dopo l’esperienza con i Psychic TV, si esibisce regolarmente con i Coil per diversi anni, diventandone membro ufficiale nel 1994. Si trasferisce a New York all’inizio degli anni 2000, creando Compound Eye, un progetto in collaborazione con Tres Warren degli Psychic Ills. Dal 2012 McDowall si concentra sulla produzione solista, pubblicando quattro album e facendo tournée in Nord America, Europa, Medio Oriente, Asia e Australia. A partire dal 2018 presenta in numerosi festival internazionali una reinterpretazione audiovisiva dal vivo di un’opera fondamentale dei Coil: Time Machines. Nel maggio 2023 la Dais Records pubblica Lamina, un cofanetto retrospettivo di 6 CD del suo lavoro. L’interesse permanente del musicista sperimentale/elettronico scozzese Drew McDowall per uno stile elegiaco di derivazione gaelica (inni di cornamusa solista chiamati pibroch: ceòl mòr in gaelico) è stato fonte di ispirazione per gran parte dei suoi lavori precedenti (incluso Time Machines dei Coil). Questa forma, tradizionalmente ai lamenti funebri in tributo ai morti, fonde droni modali con dissonanze tremolanti da cui affiora una melodia mesta che evoca uno stato d’animo arcaico e solenne.
Il suo ultimo lavoro, A Thread, Silvered and Trembling, incorpora e trasforma questi elementi attraverso un’elaborazione elettronica esplorativa, tessendo un arazzo elettroacustico con suoni di archi, tremolii, silenzi e voci, alternativamente disincarnate e in movimento. Coprodotti con l’ingegnere Randall Dunn ai Circular Ruin Studios di Brooklyn, i quattro brani dell’album costituiscono la forma più elevata e sfuggente dell’ineffabile.
La tavolozza di McDowall è qui insolitamente eclettica, proveniente da un ensemble orchestrale arrangiato da Brent Arnold e composto da violoncello, viola, violino, arpa (Marilu Donovan di LEYA) e corno. Oscillando tra elettronica latente e orchestrazioni enigmatiche, a volte spettrali, l’album si muove con un’energia fremente, con impennate di intensità.
Nel primo brano, Out of Strength Comes Sweetness, dominano sonorità da brivido, con brevi eco e passi lontani in risonanza. Sorta di introduzione per giungere al fulcro dell’album, una saga di 14 minuti And Lions Will Sing with Joy. Una mormorante perturbazione di archi striduli e droni disorientanti che diventa sempre più oscura e densa, finché all’improvviso si apre uno scorcio tra le nuvole, rivelando voci corali trasformate e le sonorità di un’arpa scintillante. Si tratta di “un incantesimo per aiutare a inaugurare una pausa e un nuovo inizio”.
La seconda parte del disco evoca una animosità selvaggio attraversata da una luminosità a spirale. Nel brano In Wound and Water ondeggiano i suoni dell’arpa, le corde pizzicate e il riflusso del violoncello, mentre pendono come nel crepuscolo rigogliose sequenze di elettronica. Non c’è alcun processo risolutivo, ma solo un’appena accennata dissipazione che porta finale dell’album, A Dream of a Cartographic Membrane Dissolves, al tempo stesso straziante e solenne. Le voci elaborate si contorcono, sussurrano e si riuniscono mentre il resto dell’ensemble si inasprisce, pronto a colpire. Poi arrivano le sonorità monumentali e tragiche, archi e corni che simboleggiano un assalto della sfera celeste.
Ma da ciò risulta una caduta poetica e inevitabile, con pioggia di braci in un mare oscuro. Tuttavia l’itinerario e la catarsi di A Thread persistono a lungo anche dopo il silenzio finale. Come gran parte del poliedrico catalogo di McDowall, anche questa è un’opera dell’immanenza, in sintonia sacro e profano.