Archivio
26/02/2018
h.21 Auditorium San Fedele
OTOLAB
Infinito Incompleto
Ingegnere del suono: Filippo Berbenni
Due significative presenze italiane raggruppate in una serata multimediale. Il collettivo Otolab, dal 2012 in residenza a San Fedele, con una nuova opera audiovisiva. Al centro della ricerca di Otolab vi è un’indagine sulla percezione, in particolare sui temi della sinestesia e sul rapporto simbiotico tra immagini e suono. Le opere del collettivo esplorano l’inganno percettivo provocato da illusioni ottiche e la costruzione di realtà virtuali immersive.
Daniela Cattivelli porterà a Milano l’opera UIT, un tentativo di ricostruire un ambiente sonoro che riproduca l’esperienza acusmatica di una passeggiata in un bosco, con lo spaesamento dovuto alla percezione di suoni a cui non si è in grado d’attribuire una concreta sorgente fisica. Prevalgono tecniche di mimetismo acustico generate principalmente da una serie di richiami per uccelli.
OTOLAB Infinito incompleto
Infinito incompleto è una live audiovisual performance di natura caotica, fondata sull’utilizzo del feedback come forma espressiva; Il live riprende l’immaginario e la tecnica di generazione visiva da Hemline, progetto audiovisivo di Otolab del 2003, recuperando tecnologie vintage in disuso come il mixer video analogico Panasonic WJ-MX5 accanto a mini-synth LDR auto-costruiti (Lumanoise) ed effetti digitali, per esplorare in tempo reale il flusso generativo irripetibile di suoni e immagini.
Le tecniche utilizzate nella generazione di audio e video consistono nel rientro in ingresso di un segnale in uscita, secondo modalità regolate da alcuni limiti di soglia, in corrispondenza dei quali si trova una zona di equilibrio acusticamente eufonica e visivamente ricca di pattern caotici.
Infinito incompleto è una performance alchemica, imprevedibile e con poche certezze, con una partitura essenziale eseguita intuitivamente nella totale improvvisazione per la creazione di un viaggio audiovisivo sintetico e ipnotico.
Quattro performer, due al video e due all’audio, generano un racconto in continua metamorfosi partendo da spunti minimali e costruendo paesaggi illusori densi di trame vibranti.
Live video:
Silvio Mancini (video mixer analogico)
Martino Coffa (generazione video da PC)
Live audio:
Luca Pertegato (Lumanoise)
Massimiliano Gusmini (mixer, feedback ed effetti)
Daniela Cattivelli UIT
Live-set for birdcalls and laptop
con la partecipazione di Camillo Prosdocimo
Produzione Xing/Live Arts Week, col supporto di Tempo Reale
UIT è un evento sonoro generato attraverso richiami per uccelli, impiegati come dispositivi in grado d’attivare un processo di trasfigurazione sonora.
L’intenzione compositiva di questo brano si costruisce attorno ad un meccanismo d’inganno, a uno spostamento d’uso, a un ripensamento delle tecniche e modalità con cui questi strumenti sono abitualmente adoperati. Nel birdwatching (la nuova frontiera del divertimento bucolico) e nella caccia, i richiami sono a tutti gli effetti delle “esche sonore”, finalizzate alla simulazione, la più fedele possibile, del canto degli uccelli. UIT, prendendo le distanze dall’ipotesi imitativa e perseguendo l’idea della “trappola sonora”, apparecchia un tavolino con birdcalls e gioca sul piano della massima contraffazione e mimetizzazione sonora. L’uso di questi richiami non ha pretese o fini descrittivi con il suono della natura, l’identificazione con essa passa piuttosto attraverso il tentativo di ricostruire un ambiente sonoro che riproduca l’esperienza acusmatica di una passeggiata in un bosco, lo spaesamento dovuto alla percezione di suoni a cui non si è in grado d’attribuire una sorgente concreta, un’immagine fisica precisa.