ALESSANDRO CORTINI
INNER_SPACES AUTUNNALE 2023 - MEMORIA E CONTINUITÀ CREATIVA
Lunedì, 4 Dicembre
h.21 Auditorium San
CONCERTO
FRANÇOIS BAYLE (1932)
Tremblement de terre très doux (1978)
ALESSANDRO CORTINI (1979)
Live A/V
A illuminare l’ultima tappa della rassegna con una performance audiovisuale dal vivo, lunedì 4 dicembre, un altro grande artista italiano di fama mondiale: Alessandro Cortini. Celebrato non solo come tastierista della band industrial americana Nine Inch Nails, è l’unico musicista del nostro Paese entrato nella Rock and Roll Hall of Fame. Produttore meticoloso e polistrumentista eclettico, Cortini, che nasce come chitarrista rock, è specializzato nell’uso dei sintetizzatori, tra cui il recente Strega (da lui stesso ideato) che combina le funzioni di un sintetizzatore semi-modulare e un’unità di effetti in grado sia di generare suoni che di elaborare segnali esterni. Il suo studio di registrazione, da qualche anno vicino Lisbona, è ricco di strumentazione vintage, rarità e apparecchi arcani: imponenti sistemi modulari, drum machine a valvole, monitor di computer in disuso e altri macchinari d’annata. In studio come dal vivo, il suo lavoro attinge dalla kosmische degli anni ‘70, dall’immobilismo estatico dell’ambient e dalla profondità della drone music. Ciò che lo contraddistingue più di ogni stile, tuttavia, è il suo carattere sonoro, al tempo stesso antico e futuristico, così come il cromatismo quasi tangibile delle sue composizioni chiaroscurali.
In apertura della serata, una pietra miliare della musica acusmatica, “Tremblement de terre très doux”, realizzato da François Bayle nel 1978. L’opera si presenta come un vasto mosaico composto da undici tasselli. Il titolo – in omaggio al pittore Max Ernst – vuole evocare il mondo delle immagini sonore sintonizzate sulla fantasia di relazioni inaspettate. Nella presentazione del brano, il musicista francese scrive: “lo strano proviene da ciò che è familiare. Che cosa ricordano ed evocano questi rullii, questi mormorii, questi slanci sonori, questo canto, queste giravolte pacifiche, queste deflagrazioni improvvise, queste riprese calme? Le proprietà sotterranee dell’ascolto spingono dolcemente le idee… Il viaggio dell’opera potrebbe anche rappresentare lo svolgersi drammatico di un giorno (di una vita?), dall’alba fino al tramonto, passando per incontri ansiosi. La ‘narrazione’ organizza valori musicali regolati dove trovano equilibrio, si adattano e si susseguono timbri armonici, spazi chiusi, movimenti ovattati, luccichii, un momento di panico e una ripresa nel registro grave che rimane in sospeso…”