Archivio
14/03/2022
h.21 Auditorium San Fedele
Fennesz / Quinn
Glares of Infinity – A/V projection
Shackleton
Live set
Conosciuto all’inizio degli anni 2000 per la sua produzione nella galassia Dubstep, il compositore britannico Sam Shackleton ha successivamente tracciato il proprio percorso attraverso l’uso di complessi strati percussivi con schemi ritmici provenienti dall’Africa, dal Medio Oriente, dall’India, dai Caraibi e dal sud-est asiatico. Negli ultimi dieci anni, ha continuato a progettare il suo mondo sonoro unico con grande personalità, a cavallo tra la sfera elettronica e quella sperimentale. La trama del suo live set a San Fedele riprende spunti e frammenti dal suo ultimo LP, Departing Like Rivers, ma come filigrana, la performance è stata infatti ambientata durante la giornata di prove con l’acousmonium che ha preceduto il concerto del 14 marzo. Nel disco, come indica l’autore, prevale un’atmosfera mattutina dopo una notte di festa. È un ascolto coinvolgente, sfumato dalle tipiche percussioni di Shackleton e da brani vocali ricorrenti che evocano lo spirito del folk tradizionale inglese. Nonostante la natura alquanto sommessa del disco, Shackleton lo vede come un’estensione del suo suono e conclude:
“Con la mia musica, sto cercando di raggiungere il livello dell’inconscio, qualcosa che tocca un po’ più in profondità del qui e ora”.
La serata sarà introdotta dalla diffusione acusmatica di un’opera audiovisiva in quattro parti, Glares of Infinity, commissionata da San Fedele Musica al musicista austriaco Christian Fennesz con la partecipazione del videoartista Andrew Quinn. Al centro del progetto c’era la richiesta all’artista viennese di ricercare nei suoi archivi musicali quattro frammenti inediti, una sorta di antecedente, di materia prima precompositiva, di una tavolozza sonora, ma allo stesso tempo quattro tracce rappresentative del grande temi espressivi che caratterizzano il suo linguaggio: i grappoli ambientali saturanti, l’alternanza di bande sonore armoniche e disarmoniche, i suoni dei pedali, il continuum e la ritmica ostinata, i brevi accenni solistici della chitarra elettrica che evocano un mondo nostalgico e infine la splendente luminosità della sinfonia ambient, in relazione al titolo della suite: Flashes of infinity, riferito alla Gerusalemme celeste dell’Apocalisse.