CRUCIFIXUS / SIMONE BENEVENTI / ARS DISCANTICA / CORO DA CAMERA DI VARESE

INNER_SPACES PRIMAVERA 2025 - RADICI E DIRAMAZIONI

Lunedì, 24 Marzo

h.20.30 Auditorium San Fedele

CONCERTO

CORO DA CAMERA DI VARESE

GABRIELE CONTI, direttore

SIMONE BENEVENTI, percussions

ARS DISCANTICA, live electronics

 
(riduzione studenti solo in biglietteria – Via Hoepli 3/B lun-ven 10:00 – 16:00)
 
PROGRAM

Introduzione, solo di Semantron, Gong e live electronics

Gregorio Allegri, Miserere

Arvo Pärt, Triodion

Intermezzo, crotali e live electronics

Antonio Lotti, Crucifixus a 6 voci

Antonio Lotti, Crucifixus a 8 voci

Antonio Lotti, Crucifixus a 10 voci

Arvo Pärt, Summa

Anton Bruckner, Christus factus est

 

Al cuore della rassegna, lo Speciale Inner_Spaces dal titolo Crucifixus nella Chiesa di San Fedele, con la partecipazione del percussionista Simone Beneventi, in una sacra rappresentazione sulla Passione di Cristo.
Il programma prevede un’introduzione e due parti. Inizia con un solo di Semantron, strumento della liturgia greco ortodossa, una lastra di legno di acero percossa con due martelli. Usato per chiamare i monaci alla preghiera, il suono del legno è legato sia all’albero del giardino dell’Eden che causò la caduta di Adamo, sia all’inchiodatura al legno della croce di Gesù Cristo per espiare la trasgressione di Adamo. Alla fine, si passa al suono di un gong grave la cui risonanza è ripresa dall’elettronica. Su quest’eco sonoro diffuso in tutto lo spazio della chiesa inizia la prima parte della sacra rappresentazione dal titolo Invocazione per la salvezza e il perdono, con il coro da camera che esegue il Miserere di Gregorio Allegri e Triodion di Arvo Pärt.
Ritorna la percussione e l’elettronica in un intermezzo che conduce alla seconda parte, Passione di Cristo caratterizzata dalle tre versioni del Crucifixus di Antonio Lotti, maestro di cappella alla basilica di San Marco a Venezia. La versione a sei impiega una polifonia ricca ma contenuta, dove ogni voce ha il suo ruolo preciso senza che nessuna di esse sovrasti le altre. La scrittura vocale è equilibrata e ben strutturata, con una forte attenzione al contrasto dinamico e all’espressione emotiva del testo tratto dal Credo: Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato passus et sepultus est. La musica, pur nella sua relativa semplicità rispetto alle versioni più ampie, sa esprimere la profondità del dolore e del sacrificio. Nella seconda versione, le voci sono suddivise in due cori, con il risultato di un impasto sonoro più ricco e maestoso, costruendo contrasti tra le sezioni e introducendo dissonanze che riflettono la sofferenza e il tormento evocati dalle parole del Credo. Si giunge a momenti di intensa drammaticità che culminano in risoluzioni armoniche di grande impatto emotivo. L’ultima versione rappresenta l’apice della virtuosità polifonica di Lotti. La scrittura è ancora più complessa, con continui cambiamenti di registri, contrasti tra i cori e l’introduzione di passaggi in cui le voci si intrecciano in fughe e imitazioni. Lotti riesce a trasmettere una sensazione di grande solennità e maestosità, facendo della morte di Cristo un evento universale che coinvolge non solo i credenti ma tutta l’umanità.
Il contrasto tra le tre versioni del “Crucifixus” risiede non solo nel numero delle voci, ma anche nella differente gestione del tempo e della dinamica. Mentre nella versione a sei voci la musica si presenta più sobria e meditativa, nelle versioni a otto e dieci voci il compositore esplora una maggiore varietà di stili, includendo momenti di grande tensione armonica e di lirismo più disteso. Lotti non esita a giocare con la dimensione espressiva della musica, creando una polifonia che sia al tempo stesso intellettualmente stimolante ed emotivamente coinvolgente.
I tre “Crucifixus” di Antonio Lotti sono una testimonianza della spiritualità barocca. Il musicista, influenzato dalla tradizione veneziana e dalle grandi scuole di composizione del suo tempo, riesce a fondere la severità della liturgia con l’intensità emozionale della musica.
La composizione vocale dal titolo Summa di Arvo Pärt, riprende l’intero testo del Credo. Il programma ha per conclusione Christus factus est di Anton Bruckner, con l’inno di San Paolo ai Filippesi, sorta di meditazione liturgica e teologica sul senso della croce di Cristo.